Genere: Fantasy/Storico
In uno storico IX secolo, Ragnarr, le sue due bellissi me mogli e i suoi indomiti figli sono i protagonisti di un racconto d’armi e d’amore, di fondazione e distruzione di regni e città, di vendette e saccheggi e di audaci spedizioni che li portano a percorrere per mare e per terra i vasti spazi dai gelidi regni del Nord, all’Inghilterra anglosassone, alla Svizzera, e alla nostra Toscana. Così è la storia, che degli atti umani registra essenzialmente le guerre e le lotte di potere, e così vuole la tradizione di un popolo che ha per eroi i suoi condottieri e per codice d’onore la conquista della gloria, dell’immortalità del proprio nome, che, unico, non muore, quando tutto intorno muore. Ma nel mondo delle saghe storia e leggenda, cronaca e mito, realtà e prodigio si sovrappongono e si fondono. E così, nel corso della narrazione, si può incontrare una fanciulla che vive nascosta in una cetra, un grazioso serpentello che, lasciato su un gruzzolo di denaro, si trasforma in un mostro spa ventoso che giace su un cumulo d’oro, una vacca che mette in fuga gli eserciti con il suo terrificante mug gito, una città espugnata da una foresta che cammi na, una veste magica che rende invulnerabili, un gigantesco uomo-albero, coperto di muschio e rugia da, lasciato a custodire la memoria del passato. E, ancora, indovinelli, profezie, distanze misurate in suole di ferro consumate, in cui riconosciamo le for mule delle fiabe. Eppure restiamo sulla terra, non in mezzo a figure ideali divise in buoni e cattivi, premiati e puniti, ma nella sfera in cui l’agire umano non è che l’eterno ripetersi di quella serie di prove e tentativi, di successi e sconfitte, di errori, di amori, di risentimenti, di lealtà e di tradimenti, che è la vita di ogni uomo che si confronta con il proprio destino.
📚 Recensione 📚
Mi ha da sempre affascinato la leggenda sui norreni e per questo, grazie ai consigli di amici, ho deciso di leggere il primo libro dedicato a loro.
Dopo un'introduzione, che ho trovato un po’ noiosa per la presenza di troppi riferimenti storici, il romanzo ha iniziato a coinvolgermi. Si tratta di una raccolta di leggende che hanno per oggetto Ragnar Lordbrok e i suoi figli. Le testimonianze sono difficili da trovare se non grazie a due manoscritti che presentano delle similitudini o colmano delle lacune, a vicenda.
Diciamo che nei primi capitoli, mi sono trovato a paragonare il tutto alla serie TV e quindi non sono riuscito ad apprezzare molto la scrittura anche se molto scorrevole. Quando sono riuscito a lasciarmi indietro la serie TV, ho iniziato ad apprezzare questa serie di racconti.
Sono racconti, per lo più incentrati su Ragnarr, all'inizio, e sulle tradizioni norrene seppur poche. Quello che mi è dispiaciuto non trovare, sono i riferimenti inerenti la mitologia nordica.
La scrittura è molto scorrevole, con capitoli abbastanza brevi.
Non trattandosi di un romanzo, ma di raccolta di leggende, sì ha un po' difficoltà, all'inizio, ad entrare nell'ottica. Nel complesso, ho trovato la raccolta abbastanza carina, ma non ho riscontrato la “grandezza” di Ragnarr. Di sicuro questa lettura mi porta a voler approfondire di più la mitologia e la storia norrena.
Giudizio: 3 su 5
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