giovedì 4 ottobre 2018

Tomi Adeyemi - Figli di sangue e ossa (Recensione, Review party)





Un tempo i maji, dalla pelle d'ebano e i capelli candidi, erano una stirpe venerata nelle lussureggianti terre di Orïsha. Ma non appena il loro legame con gli dei si spezzò e la magia scomparve, lo spietato re Saran ne approfittò per trucidarli. Zélie, che non dimentica la notte in cui vide le guardie di palazzo impiccare sua madre a un albero del giardino, ora sente giunto il momento di rivendicare l'eredità degli antenati. Al suo fianco c'è il fratello Tzain, pronto a tutto pur di proteggerla, e quando la loro strada incrocia quella dei figli del re si produce una strana alchimia tra loro. Ha inizio così un viaggio epico per cercare di riconquistare la magia, attraverso una terra stupefacente e pericolosa, dove si aggirano le leopardere delle nevi e dove gli spiriti vendicatori sono in agguato nell'acqua. Un'esperienza umana che non risparmia nessuno, in un turbine di amore e tradimento, violenza e coraggio. Nella speranza di ridare voce a un popolo che era stato messo a tacere.






Recensione

Grazie alla Casa editrice Rizzoli e alle ragazze che hanno organizzato l'evento per la recensione di questo libro bellissimo!


«In principio Orïsha era una terra in cui i rari e sacri maji prosperavano. Ciascuno dei dieci clan aveva ricevuto dagli dei del cielo un potere diverso sulla terra. C’erano maji in figli di sangue e ossacontrollare l’acqua, altri che erano padroni del fuoco. C’erano maji con il potere di leggere nel pensiero, altri che addirittura erano in grado di vedere attraverso il tempo!»


Il romanzo è incentrato su un mondo ormai in rovina, Orïsha, controllato da una monarchia, con a capo re Saran, il quale nel momento in cui la magia stava svanendo dal paese, ha deciso di eliminare tutte le persone capaci di utilizzarla, ad esclusione degli indovini. 

I bambini prescelti non erano in grado di realizzare nessuna magia prima del compimento del tredicesimo anno, per cui prima che i loro poteri si manifestassero venivano chiamati ibawi, “i divini”.» 

Oltre ad aver perso la madre, la protagonista, Zélie, ha affrontato la vita con i denti andando incontro ad innumerevoli ostacoli, come quello che si nasconde ancora dietro l'angolo. Insieme al fratello Tzain, ha visto con i propri occhi il dolore negli occhi del padre, Baba. Tutto questo, insieme alle continue tasse richieste dalle guardie del re Saran, la spingeranno a crescere con una voglia di vendetta. Tutto cambierà quando, per l'ennesima volta, a pochi giorni giorni di distanza, le guardie chiederanno un ulteriore tassa a Mama Agba, la signora che si occupa di insegnare alle ragazze di combattere con bastoni di legno. L'errore più grave di Zélie è stato quello di rispondere alle guardie con arroganza attirando la loro ira. Subito si pentirà, quasi, dell'accaduto e deciderà, insieme al fratello, di andare in città per vendere il pesce catturato ed avere così i soldi per pagare la tassa che le guardie hanno chiesto al padre per il torto subito, con l'aggiunta di una scarica di pugni. 

«Tutti i maji sono nati con i capelli bianchi, il marchio della divinità.

Ma è proprio in questo istante che la vita dei due ragazzi è destinata a cambiare in seguito all'incontro con Amari. Questa ragazza, che all'inizio, può sembrare una principessa viziata, ha rubato una pergamena dal palazzo reale in seguito all'uccisione della sua migliore amica da parte del re. Entrambi i personaggi femminili si sentono schiacciati dalla società e dalle tasse e questo gli permetterà di maturare e combattere. Ho adorato l'evoluzione dei personaggi che arriva pian piano in seguito a un senso di rabbia covato per anni. Ogni personaggio dovrà ricredersi sulle proprie convinzioni, soprattutto, i due fratelli Inan e Amari. Malgrado le insicurezze iniziali dei personaggi, si assumeranno le proprie responsabilità, chi di più e chi di meno.Ognuno dovrà dimostrare agli dèi che hanno fatto la scelta giusta a sceglierli. Se, da una parte troviamo Zélie già cosciente della società che la circonda, dall'altra parte Amari deve ancora rendersi conto della campana di vetro in cui vive. Amari dovrà ben presto aprire gli occhi e decidere da che parte schierarsi e per fare ciò, come in ogni evento della vita, dovrà andare incontro a dei sacrifici. Amari è segnata nell'anima e fisicamente, con una cicatrice sulla schiena dovuta ad uno scontro con il fratello, Inan, costretto a colpirla per ordine del padre. Vorrei affrontare la descrizione dei personaggi uno ad uno, ma rischio di rivelare troppo. Inan, futuro erede al trono rimane convinto delle idee del padre finché una scoperta eccezionale lo farà vacillare.
Man mano che si prosegue nella lettura, incontreremo altri personaggi che non avranno un ruolo marginale nello svolgimento della trama. Vi starete chiedendo, sicuramente, chi è il mio personaggio preferito. Amari. Ho trovato questa ragazza davvero interessante. A mio parare, è il personaggio che ha avuto la crescita caratteriale più significativa, senza nulla togliere agli altri personaggi che sono ben caratterizzati. Se all'inizio Amari vive in un mondo tutto suo, ora deve svegliarsi e scendere dalle nuvole e ruggire, deve mordere la vita con i denti e sopravvivere in un mondo fatto di bugie e verità celate e manipolazioni. Entrambi i fratelli, Amari e Inan saranno messi di fronte alla possibilità di ricredersi sull'uso della magia. 

Credevo di essere riuscito a eliminare la magia dalla faccia della terra. Ma adesso quella dannata pergamena minaccia di riportarla in vita.»

Con la fuga dal palazzo e, il successivo incontro con Zélie, la vita di tutti questi ragazzi sta per essere sconvolta. E qui che l'autrice inserisce il destino, che svolge un ruolo importante in molte situazioni. Tutti questi ragazzi sono scelti dal destino per compiere la loro missione, riportare la magia ad Orïsha? Per farlo hanno bisogno di tre oggetti leggendari da recuperare nonostante le peripezie. 
Un altro personaggio che mi ha fatto dannare l'anima è stato Inan con i suoi ripensamenti riguardanti la magia e la parte dalla quale schierarsi.

«Pensavo che mio padre non avesse scelta. Mi è sempre stato insegnato che ha fatto quel ha fatto per dare sicurezza a Orïsha.Ma dopo aver visto i tuoi ricordi…» Lascia la frase in sospeso. «Nessun bambino avrebbe dovuto vivere un’esperienza simile.»

Molto importante sarà la parte romantica del romanzo che non svolgerà una presenza costante nel romanzo, ma nonostante ciò sarà di vitale importanza per alcuni personaggi. Ho trovato questa parte veramente dolce e romantica. 
Il culmine del romanzo arriva alla fine con i ringraziamenti da parte dell'autrice in cui ci svela il messaggio che ha voluto trasmettere con questo libro. Sì, perché anche se si tratta di un'opera di fantasia, ha un riscontro nella realtà. L'autrice affronta il tema della diversità e dei continui soprusi subiti dalle persone di "colore". Dal punto di vista personale, ho a che fare con queste tematiche tutti i giorni e ho sentito il messaggio arrivarmi come un pugno nello stomaco. 


Figli di sangue e ossa è stato scritto in un periodo in cui continuavo ad accendere la televisione e a vedere uomini, donne e bambini di colore uccisi, inermi, dalla polizia. Ero spaventata e arrabbiata e mi sentivo indifesa, ma questo libro è stata l’unica cosa che mi abbia trasmesso la sensazione di poter fare qualcosa al riguardo.Mi sono detta che, se una sola persona lo avesse letto e avesse cambiato modo di pensare e di vedere le cose, avrei fatto qualcosa di significativo per un problema che spesso mi sembra tanto più grande di me.


Ho amato la forza e, nello stesso momento, la delicatezza con cui l'autrice affronta la tematica e non posso fare altro che ringraziarla. Dobbiamo aprire gli occhi: siamo tutti uguali senza differenza di colore di pelle o altro. Siamo nel 2018 ormai. 

«Ci avete schiacciati per costruire la vostra monarchia sul nostro sangue e le nostre ossa. Il vostro errore è stato tenerci in vita. È stato pensare che non ci saremmo mai ribellati.»
Siamo tutti figli di sangue e di ossa.Strumenti di vendetta e virtù.

Fin dall'inizio ho notato una pecca riguardante i termini che non venivano spiegati, ma con l'avanzare nella lettura, questo ostacolo viene superato. E' stata l'unica pecca che ho riscontrato nella lettura. Nonostante questo piccolo problema, lo consiglio vivamente a tutti
Spero di non essermi dilungato troppo e di avervi annoiato, ma credetemi, è un romanzo che deve essere nelle vostre librerie, soprattutto per gli amanti del fantasy. 


Giudizio: 4 su 5


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