Alessandro Troisi - La dinastia dei Re (Recensione)
Un grande romanzo storico
Tra storia e leggenda, lo straordinario racconto del mito di Romolo e Remo
Alla morte del vecchio re Proca, il trono di Alba Longa viene occupato da suo figlio Numitore, dal carattere debole e remissivo. Il secondogenito di Proca, Amulio, è invece un uomo spietato e ambizioso, che non esita a deporre il fratello e a ucciderne il figlio, Lauso, pur di accentrare il potere nelle proprie mani. Quando Rea Silvia, sacerdotessa e sorella di Lauso, rimane incinta di due gemelli, Amulio ordina che i piccoli siano uccisi alla nascita. Ma il pastore a cui affida l’incarico non ha il cuore di portarlo a termine. I due bambini vengono trovati e allevati da una prostituta, Acca Larenzia. È questo l’inizio di una delle più grandi leggende di sempre, quella dei fratelli Romolo e Remo e della lotta per liberare la loro patria dalle mani del tiranno. Un racconto che culminerà con la decisione di fondare una nuova città: Roma, un luogo destinato a cambiare per sempre la storia del mondo.
La leggenda di Romolo e Remo torna a nuova vita
Hanno scritto di lui:
«Un libro affascinante, ben scritto, che coinvolge il lettore. Si rimane colpiti dalle emozioni che l’autore fa emergere già dalle prime pagine: fatica e coraggio, umanità e quel mistero che incuriosisce.»
«Romanzo avventuroso e avvincente. Scritto in modo coinvolgente ed emozionante. Lo consiglio a tutti coloro che amano storie di avventura e di passione.»
«Fin dalle prime pagine sono riuscito a immergermi nella storia. Consigliato agli amanti dei thriller storici.»
«Tre cose mi hanno colpito in questo romanzo: la storia intrigante, il tempo in cui è ambientata la vicenda e la scorrevolezza della narrazione.»
Recensione
Buongiorno bookdreamers, è da tantissimo tempo che non recensisco quindi immaginate la mia felicità quando l'autore, di cui avevo già letto e recensito il suo precedente romanzo, mi ha contattato per chiedermi se potessi recensire la sua nuova "creatura". Si tratta di un nuovo romanzo storico questa volta ambientato a Roma, una città che ho nel cuore nel modo più assoluto. Inizialmente, siccome non ho letto tutta la trama, non pensavo si sarebbe trattato della sua fondazione con a capo Romolo e Remo. Ebbene sì, il romanzo narra le vicende principali che hanno portato alla fondazione di una degli imperi più forti del mondo.
Le vicende del romanzo si svolgono ad Alba Longa e hanno come protagonisti due personaggi che faranno da sfondo alle vicende che si concentreranno su Romolo e Remo. Alla morte del re, Proca, entrambi i suoi figli si troveranno con il peso della responsabilità sulle spalle. Ma si tratta di due ragazzi completamente diversi uno dall'altro. Se da una parte troviamo Numitore, primogenito di Proca, intelligente e attento alla legge, dall'altra parte ad opporglisi ci sarà Amulio, sempre dedito alla guerra e a cercare di dimostrare il suo valore attraverso conquiste e guerre. Quest'ultimo ritiene che il regno debba essere rafforzato attraverso la forza e l'egemonia del più forte. Tra di loro, a fare da "cuscinetto" ci sarà la sorella, Rea Silvia.
In seguito alla morte di Proca, entrambi i figli maschi dovranno contendersi la guida del regno, ma, nell'ombra, Amulio bramerà sempre di salire sul trono mediante macchinazioni politiche "invisibili". Il piano di conquista di salire al trono di Alba Longa inizierà a scricchiolare in seguito alla gravidanza, profana di Rea Silvia, divenuta sacerdotessa. Amulio, ovviamente, ordinerà la morte dei due gemelli nascituri.
Ed è da qui che la leggenda di Romolo e Remo ha inizio. Cresciuti da Acca Larenzia, una prostituta, soprannominata la lupa, man mano che cresceranno svilupperanno un odio verso l'oppressione "dell'invasore" Amulio. Mi fermo qui per quanto riguarda la trama.
Ora passiamo ai punti forti del romanzo. Innanzitutto il romanzo è davvero emozionante e l'ho terminato in poche ore perché non riuscivo a staccarmi dalle vicende e dalla curiosità di scoprire come sarebbe andata a finire. Ogni personaggio viene caratterizzato perfettamente man mano che si procede nella lettura. Fin dall'inizio ho simpatizzato per Numitore trovando in lui il mio modo di pensare e di comportarsi con le persone. In Amulio, invece, ho visto fin dall'inizio una fame di potere che avrebbe distrutto ogni rapporto familiare e divorato il regno. Il personaggio femminile che di più ho apprezzato è stata Rea Silvia, che si è dimostrata sempre forte: un incudine tra due martelli. Oltre a tutto ciò si è trovata a "subire" un destino che non le appartiene finché il suo carattere non ha fatto emergere la sua vera persona. Un altro personaggio femminile degno di nota è Acca Larenzia, che, sembra il destino abbia voluto premiare per la forza dimostrata nell'andare avanti nella vita nonostante i problemi.
Inutile dire che Romolo e Remo dimostrano tutta la loro forza di carattere crescendo insieme in simbiosi, uno molto riflessivo e che segue la logica, l'altro capace di sollevare i popoli. Queste loro caratteristiche li porteranno a collidere contro il potere di Alba Longa.
Così diversi, così uguali. Non sapeva cosa fare, senza di lui. Senza il suo impeto, senza la sua furia, non sarebbe stato altro che un essere incompleto. Erano tutt’uno, due facce della stessa esistenza.
A mio parere personale l'autore ha saputo "giocare" sul filo del rasoio tra soprannaturale e leggenda, disseminando il romanzo di riferimenti storici che tutti ormai sappiamo circondati da quel alone di mistero soprannaturale che caratterizza la leggenda di Romolo e Remo, allevati dalla lupa con poteri "innati".
«L’impresa che hai iniziato apre la strada a un potere immenso, alla fama tra molte genti e tra i posteri», disse poi, senza distogliere gli occhi dal fuoco.
I combattimenti e la lotta per la salita al potere da parte dei lupi è descritta in modo magistrale ed equo. Man mano che si procede nella lettura Romolo e Remo acquisteranno sempre più potere fino a scontrarsi contro Amulio fino a scatenare scintille che potrebbero radere al suolo il trono. Un altra caratteristica del romanzo è il rapporto familiare, dimostrato da Numitore, sconvolto dagli eventi familiari che lo porteranno ad amare sempre di più Rea Silvia e a rimanere schiacciato dalla responsabilità del regno lasciato in eredità dal padre.
Quel re vecchio e sconfitto sembrava un leone ferito a morte e sfinito che improvvisamente alzava la testa dopo essere crollato a terra, per tornare a ruggire.Ho adorato questo romanzo, inutile girarci intorno, e non vedo l'ora di leggere le prossime vicende se ci saranno.
«Di fondare una città. Una città che porti il nostro nome».
Spero di avervi incuriosito abbastanza da inoltrarvi tra le avventure di Alba Longa e la fondazione di Roma.Giudizio: 4 su 5
Nessun commento:
Posta un commento