Recensioni

giovedì 14 gennaio 2016

Recensione Angela Marsons – Urla nel silenzio (Newton Compton Editore)

Recensione Angela Marsons – Urla nel silenzio

Trama:
Cinque persone si trovano intorno a una fossa. A turno, ognuna di loro è costretta a scavare per dare sepoltura a un cadavere.
Ma si tratta di una buca piccola: il corpo non è quello di un adulto. Una vita innocente è stata sacrificata per siglare un oscuro patto di sangue. E il segreto che lega i presenti è destinato a essere sepolto sotto terra. Anni dopo, la direttrice di una scuola viene brutalmente assassinata: è solo il primo di una serie di agghiaccianti delitti che terrorizzano la regione della Black Country, in Inghilterra. Il compito di seguire e fermare questa orribile scia di sangue viene affidato alla detective Kim Stone. Quando però nel corso delle indagini tornano alla luce anche i resti di un altro corpo sepolto molto tempo prima, Kim capisce che le radici del male vanno cercate nel passato e che per fermare il killer una volta per tutte dovrà confrontarsi con i propri demoni personali, che ha tenuto rinchiusi troppo a lungo…


N°1 in Inghilterra

Neanche il più oscuro dei segreti può restare sepolto per sempre


«Un romanzo di debutto straordinario, consigliatissimo a chi ama i thriller.»

«Erano anni che non venivo risucchiato da un libro in questo modo. Grande Marsons!»

«Libro ben scritto e dal ritmo serrato, difficile smettere di leggerlo. Personaggi forti che prendono vita sulla pagina.»


Recensione


Ringrazio Newton Compton per avermi permesso di leggere e recensire questo bellissimo romanzo. Per me è stata una nuova scoperta di questa autrice. Ma passiamo alla recensione.

Cinque figure, disposte a pentacolo,  erano radunate intorno a una montagnola di terra appena scavata; una tomba, ma lo sapevano soltanto loro.
Erano tutti ben consapevoli di quanto fosse innocente la vita che era andata perduta, ma avevano stretto un patto. E i loro segreti sarebbero stati sepolti.

Fin dal prologo si capisce che questo romanzo sarà circondato dal mistero, un thriller veramente ben scritto che fa venire la tachicardia dopo ogni pagine. A mio parere, l’autrice,  ha saputo dosare l’adrenalina che, man mano, inizia a circolare nel corpo del lettore. 

Teresa Wyatt aveva l’inspiegabile sensazione che quella sarebbe stata la sua ultima notte.

Inizia così il primo capitolo di questo romanzo: con la sensazione che qualcosa di imminente stia per succedere. E così avviene. Teresa viene assassinata e da qui iniziano gli omicidi degli ex dipendenti di Crestwood ai quali dovrà far fronte Kim, detective fredda e dai trascorsi dolorosi. 

Kim prese un bel respiro. <<Il giorno in cui è stata uccisa, la vittima ha telefonato al professor Milton, che aveva appena ricevuto l'autorizzazione a effettuare degli scavi su un terreno nei pressi di Rowley Regis. La Wyatt prima gli ha chiesto di partecipare al progetto, poi, quando lui le ha negato il permesso, ha cominciato a fare domande sull'area degli scavi>>.
<<Dov'è questo terreno?>>
<<È il sito in cui sorgeva il vecchio orfanotrofio>>.
<<Accanto al creamatorio? >>.
Kim annuì.  <<Sia Teresa Wyatt sia Tom Curtis hanno lavorato lì in passato. E non appena il professore ha ottenuto l'autorizzazione agli scavi, ha iniziato a ricevere minacce e il suo cane è stato ucciso. E ora abbiamo due ex dipendenti di Crestwood morti>>.



Con la scoperta del primo cadavere, a Crestwood, Kim inizia una vera e propria corsa contro il tempo per trovare l’assassino.  Il mistero si infittisce e l’assassino, tramite i suoi occhi, ci descrive gli omicidi che è andato a compiere. Apro una piccola parentesi per dire che se lo avessi avuto di fronte non so cosa gli avrei fatto. L’autrice non ci dà molti indizi per scoprire chi fosse, tranne verso la fine quando i sospetti portano soltanto verso una sola persona. Potrei parlare di molte cose riguardo l’assassino/a ma vi toglierei la sorpresa. Dico soltanto che mi ha fatto provare una tale rabbia..!!!
E se i cadaveri potessero parlare? Il primo cadavere “inizia” a sussurrare e, soltanto, Kim con il suo istinto, andando addirittura contro la politica del suo superiore, riesce a sentirne le parole entrando in empatia con esso.



Quando prenderai il bastardo che ha fatto tutto questo, voglio esserci. Vorrei riservargli lo stesso trattamento, e quello che mi spaventa è che mi sento perfettamente in grado di commettere le stesse atrocità».

Fino alle ultime pagine, per me l’assassino,  non aveva un volto. Credevo che fosse un’altra persona. L’autrice e stata abilissima a condurci su altre vie e darci un colpo di scena degno di nota.

Bryant credeva che la condotta morale fosse qualcosa che veniva instillato nella coscienza alla nascita. Per lui era qualcosa di genetico, come il colore degli occhi o dei capelli. Kim sapeva che le cose non stavano così. La coscienza di ciascuno, e l’uso che se ne faceva, era frutto di comportamenti acquisiti. Si costruiva attraverso esempi positivi e modelli forti. La differenza sostanziale tra il bene e il male si affinava nel corso della vita, non era preimpostata nel cervello.

Ogni persona nasconde dei segreti e se questi segreti sono così terribili come quelli narrati nel libro, sfiderei chiunque a non reagire come Kim alla vista di tutto quell’orrore.
Concludo rimanendo di un mio parere: il male che si annida nella mente umana non ha limiti. Tendo sempre a confrontare i fatti narrati nei libri con la realtà che ci circonda. E i fatti narrati in questo libro sono fin troppo presenti, purtroppo, nella vita di tutti i giorni. Le tematiche affrontate sono molto forti: l’abbandono dei bambini, ma narra anche l’amore di un padre verso sua figlia che lotta contro la malattia. Consiglio veramente la lettura di questo romanzo per chi vuole sentirsi scosso. Per far aprire gli occhi alle persone su cosa può nascondere una mente umana.

Giudizio: 5 su 5

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