Recensioni

venerdì 6 luglio 2018

Novità in libreria

La famiglia Aubrey
Rebecca WestLA FAMIGLIA AUBREY
Gli Aubrey sono una famiglia fuori dal comune, nella Londra di fine Ottocento. Nelle stanze della loro casa coloniale, fra un dialogo impegnato e una discussione accanita su un pentagramma, in sottofondo riecheggiano continuamente le note di un pianoforte; prima dell’ora del tè accanto al fuoco si fanno le scale e gli arpeggi, e a tavola non si legge, a meno che non sia un pezzo di papà appena pubblicato. Le preoccupazioni finanziarie sono all’ordine del giorno e a scuola i bambini sono sempre i più trasandati; d’altronde, anche la madre Clare, talentuosa pianista, non è mai ordinata e ben vestita come le altre mamme, e il padre Piers, quando non sta scrivendo in maniera febbrile nel suo studio, è impegnato a giocarsi il mobilio all’insaputa di tutti. Eppure, in quelle stanze aleggia un grande spirito, una strana allegria, l’umorismo costante di una famiglia unita, di persone capaci di trasformare il lavaggio dei capelli in un rito festoso e di trascorrere «un Natale particolarmente splendido, anche se noi eravamo particolarmente poveri». È una casa quasi tutta di donne, quella degli Aubrey: la figlia maggiore, Cordelia, tragicamente priva di talento quanto colma di velleità, le due gemelle Mary e Rose, due piccoli prodigi del piano, dotate di uno sguardo sagace più maturo della loro età, e il più giovane, Richard Quin, unico maschio coccolatissimo, che ancora non si sa «quale strumento sarà». E poi c’è l’amatissima cugina Rosamund, che in casa Aubrey trova rifugio. Tra musica, politica, sogni realizzati e sogni infranti, in questo primo volume della trilogia degli Aubrey, nell’arco di un decennio ognuno dei figli inizierà a intraprendere la propria strada, e così faranno, a modo loro, anche i genitori. Personaggi indimenticabili, un senso dell’umorismo pungente e un impareggiabile talento per la narrazione rendono La famiglia Aubrey un grande capolavoro da riscoprire.
«Uno dei migliori libri scritti nel Novecento. Sto parlando del suono che quel libro emette, del suo peso nella memoria, del suo modo di disporsi nel tempo, dei suoi colori, del suo modo di accoppiarsi con l’attenzione del lettore…». 
Alessandro Baricco
«Rebecca West è stata una dei giganti della letteratura inglese e vi avrà un posto per sempre. Nessuno in questo secolo ha usato una prosa più abbagliante, o ha avuto più spirito, o ha osservato le tortuosità del carattere umano e gli aspetti del mondo in maniera più intelligente».
«The New Yorker»
«È improbabile che perfino il lettore più scrupoloso riesca a nominare una storia raccontata in modo tanto struggente e amorevole, o uno scritto più bello». 
«The New York Times»
«La penna di Rebecca West era brillante quanto la mia, ma più selvaggia». 
George Bernard Shaw

Il Sognatore
Laini TaylorIL SOGNATORE
È il sogno a scegliere il sognatore, e non il contrario: Lazlo Strange ne è sicuro, ma è anche assolutamente certo che il suo sogno sia destinato a non avverarsi mai. Orfano, allevato da monaci austeri che hanno cercato in tutti i modi di estirpare dalla sua mente il germe della fantasia, il piccolo Lazlo sembra destinato a un’esistenza anonima. Eppure il bambino rimane affascinato dai racconti confusi di un monaco anziano, racconti che parlano della città perduta di Pianto, caduta nell’oblio da duecento anni: ma quale evento inimmaginabile e terribile ha cancellato questo luogo mitico dalla memoria del mondo? I segreti della città leggendaria si trasformano per Lazlo in un’ossessione. Una volta diventato bibliotecario, il ragazzo alimenterà la sua sete di conoscenza con le storie contenute nei libri dimenticati della Grande Biblioteca, pur sapendo che il suo sogno più grande, ossia vedere la misteriosa Pianto con i propri occhi, rimarrà irrealizzato. Ma quando un eroe straniero, chiamato il Massacratore degli Dèi, e la sua delegazione di guerrieri si presentano alla biblioteca, per Strange il Sognatore si delinea l’opportunità di vivere un’avventura dalle premesse straordinarie.
Il sognatore, primo capitolo della nuova duologia di Laini Taylor, già autrice dell’acclamata trilogia La chimera di Praga, non fa che confermarne il grande talento narrativo. In un mondo fantastico e allo stesso tempo perfettamente credibile, abitato da personaggi indimenticabili, il lettore è chiamato a seguire il sogno di Lazlo Strange, perdendosi con lui tra realtà e magia, amore e violenza, terrore e meraviglia.
«Scritto meravigliosamente, con una lingua che è al tempo stesso oscura, rigogliosa e seducente. I lettori saranno impazienti di leggere il secondo». 
«Publishers Weekly – Starred Review»
«I personaggi sono tratteggiati attentamente, in maniera squisita; la scrittura fa male da quanto è bella, il mondo raccontato è totalmente realistico… Un libro che va assaporato».
«Booklist – Starred Review»
Il cadavere ingombrante
Léo MaletIL CADAVERE INGOMBRANTE
La signora Désiris non si spiega alcune entrate misteriose sul conto in banca del marito. Decisa a fare chiarezza, chiama Nestor Burma. Ma quando il detective arriva a casa dei coniugi, li trova entrambi morti. Secondo la polizia il marito ha ucciso la moglie, togliendosi poi la vita: un banale omicidio-suicidio, quindi. Ma naturalmente Nestor Burma non è soddisfatto: c’è di più, sotto questa vicenda. Charles Désiris era un inventore che, tempo prima, era stato licenziato dalla fabbrica di automobili dove lavorava. Quando, per un altro caso, Burma deve trovare la sosia di un’attrice, il detective finisce in un appartamento abitato da un gruppo di maîtresse. Tra di loro trova la donna che cercava, la quale – così si scopre – è proprio l’ex amante di Charles Désiris e, poco dopo, viene rapita da due uomini… Nestor Burma questa volta si ritroverà a indagare nella Parigi notturna, fra gangster marsigliesi e maîtresse, ricatti e tradimenti, bugie e mezze verità…
Il detective anarchico più scorretto di Francia torna in libreria con una nuova, imperdibile avventura.
«Maestro del noir, Malet è giudicato, non a torto, migliore di Simenon». 
Corrado Augias
«Malet è, giustamente, ritenuto fra le voci più alte del noir francese». 
Giancarlo De Cataldo
«Lo stile di Malet è quello dell’unico vero maestro del polar». 
Gianni Mura, «la Repubblica»
«Uno dei detective più riusciti del noir novecentesco. Un classico. E basta».
Fabrizio d’Esposito, «il Fatto Quotidiano»
«Solo da morto gli fu tributata la caratura letteraria che si meritava, non inferiore a quella di Simenon».
Bruno Ventavoli, «ttl – La Stampa»
Diario 1999
Valentino ZeichenDIARIO 1999
Con questo libro, la Fazi avvia la pubblicazione dei diari di Valentino Zeichen, testi finora inediti di grandissima importanza sia dal punto di vista umano che culturale. In Diario 1999, annotazioni, pensieri, poesie ma anche piccole recensioni di film e sogni, stanno insieme a dettagliati resoconti di serate mondane, cene e incontri, cui Zeichen partecipò assiduamente per tutta la vita e che nel tempo gli permisero di collezionare una cerchia di amicizie davvero d’eccezione: un corpus di scritti prezioso e variegato, dunque, ricco di notizie sull’attività di letterati, poeti, artisti, noti e meno noti, vissuti a Roma a cavallo del Millennio. Scritto sul limitare di un secolo decisivo, il diario del 1999 offre un assaggio significativo di quella che è stata la capacità d’osservazione di Zeichen che, unita al suo spirito critico e talvolta pungente, mostrava sempre un punto di vista originale sul mondo. Nomi, fatti, aneddoti, commenti personali e giudizi senza peli sulla lingua, spesso spiazzanti, caustici, feroci, in puro stile Zeichen, rendono bene l’idea di quelli che sono stati i protagonisti dell’intellighenzia italiana in un determinato giro di anni. Amarezze, piccole gioie, riflessioni sulla vecchiaia e sul passare del tempo sono al centro di questo volume insieme alla constatazione degli spietati meccanismi del sistema culturale nostrano, spesso capace di emarginare o accogliere con disinvolta leggerezza. Un libro prezioso per capire l’uomo ma anche l’ottica originale di un poeta che è stato uno dei protagonisti assoluti della Roma intellettuale fra vecchio e nuovo millennio, fino a diventare figura di culto e quasi paradigma di ciò che vuol dire vivere di poesia oggi.

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