Recensioni

domenica 29 novembre 2015

Recensione M.R.Stuart - Petali di Luna (Once upon a steam #2)

M.R.Stuart - Petali di Luna (Once upon a steam #2)




Trama
In una Londra dalle sfumature gotiche, sospesa nel tempo, un amore tormentato sboccia come un fiore lunare nel cuore della notte. Lei principessa, lui antieroe, un’unione ambigua ma tanto forte che nemmeno la magia può spezzare. Rose e Tristan, cresciuti assieme in una (ir)realtà umana, si amano, si desiderano, finché la vita chiede loro un dazio da pagare. Infatti una maledizione aleggia su Rose, una maledizione fatta di rancore e antichità, anche se Tristan veglia su di lei con incondizionata devozione. Tuttavia l’amore non è una favola, forse è una tragedia. Tristan lo scopre a sue spese, così perfino la fiera Rose che – senza speranza, senza più lacrime, senza aspettative – è vittima del sonno eterno diventando quindi “la bella addormentata”, proprio come Malefica le aveva predetto alla nascita. Sarà la morte più potente della sorte? Passione, sortilegi, viaggi inter dimensionali: un vortice di musica e sensazioni che avrà inizio e fine a Steamwood. 


ONCE UPON A STEAM
Steamwood non è un regno da favola. È immerso nel vapore e le sue esalazioni nascondono le stelle, lasciando intravedere nel cielo soltanto una cupa vastità illuminata da due lune gemelle. In un’ambientazione a tratti vittoriana e a tratti steampunk, si muovono i protagonisti delle novelle della serie, incontrandosi – e scontrandosi – sullo sfondo di un universo in bilico tra l’incanto e una minacciosa profezia circa l’arrivo della Stagione dell’Insomnia. Il Narratante, una figura misteriosa senza volto né voce, farà da collante alle varie storie, manifestandosi in modi sorprendenti. Ogni racconto è la rivisitazione di una fiaba classica, ben conosciuta dai lettori, ma che si rivelerà ai loro occhi con nuove sfumature.

L'autrice
Rosie M. Stuart, dietro alla quale in realtà si cela Rosy Milicia, è un’autrice siciliana con la passione per la grafica e il fitness. Aspirante vegetariana, editor freelance, lettrice instancabile, caporedattore del Dragonfly Literary Blog: trascorre le giornate tra lavoro e sport, senza mai tralasciare la scrittura. Partecipa attivamente agli eventi culturali della città in cui vive, ovvero “Zancle”, così come lei la definisce da sempre ricordando lo splendore della Messina storica. Nel luglio 2014 fonda il Dragonfly con il desiderio di avvicinarsi ai lettori con professionalità e brio, dopo un’esperienza formativa nel mondo delle case editrici. A un anno esatto dalla fondazione del blog, con adesso una redazione di cinque elementi, pubblica in modo autonomo su Amazon la sua prima opera intitolata Quel silenzio fra Noi: un romance dalle sfumature emozionali e un pizzico nostalgiche. Impegnata su più fronti, alle prese con una laurea in giornalismo, scrive senza sosta sognando nuove storie e nuovi mondi fatti di zucchero filato.


Recensione

In questo secondo volume di Once upon a steam troviamo Tristan e Rose.

Non posso starle accanto come uomo, ma posso starle accanto come servitore. Alcun nemico le farà del male, alcun nemico di notte o di giorno potrà avvicinarsi a lei. La proteggerò, dovessi vivere mille e una vita da animale, dovessi dimenticare la mia voce mortale, dovessi ululare al cielo la mia disperazione per questo amore che ci unisce e ci divide.

Tristan è un famiglio,  ossia un lupo che deve proteggere Rose. Ma chi è Rose?

Dicono che sono una principessa, che sono un oracolo, che sono nata dal sangue più nobile esistente, dicono e dicono ancora: secondo la tradizione, sono una leggenda dalla bocca sciolta e dalle profezie facili. Tutti blaterano, ma a parte lui – questo lupo e questo uomo – nessuno mi ha mai chiesto chi voglio essere.

Questo racconto è un canto poetico e romantico, un inno all’amore fra due persone. 

Il tocco di Tristan sa calmarmi, rincuorarmi, farmi addormentare all’inferno senza averne timore.

Ma si tratta di un amore maledetto.

«Daphne questa sera è stata chiara: non vuole vederci assieme, per lei il nostro amore è un abominio. Sono un famiglio, una razza inferiore, un animale. Come posso darle torto?»

Noi non conosciamo la normalità, Tristan, apparteniamo a un altro mondo. Siamo fatti di inchiostro, fantasia e magia, siamo venuti al mondo per caso in un giorno qualunque.

Mi sono molto rispecchiato in Tristan che ama, dannatamente la sua Rose.

Cosa può essere più bello del viso addormentato della donna che ami?
Nemmeno una rosa è degna di quella bellezza serena, nemmeno il cielo estivo può gareggiare con la limpidezza di quella pelle. No, non c’è nulla che possa eguagliare un tale splendore. Ormai ne sono drogato, dipendente, totalmente sedotto.
Non faccio altro che ammirarla mentre il sonno l’avvolge, perdendomi nei lineamenti di un corpo che ho imparato a conoscere in questi giorni. Stare accanto a Rose a volte è difficile, vorrei toccarla, possederla, vorrei non pensare alla realtà che ci circonda, ma, ahimè, il tempo corre e noi con lui.
Ci sono attimi in cui non riesco a star fermo, durante la notte o all’alba, così mi allontano per poco affinché la mente si snebbi dall’oppio della sua presenza.

Ma qual è questa  maledizione che incombe sul loro amore?

«Vivrà e amerà, fino ai sedici anni non dormirà. Poi, quando il tempo dell’amore sarà giunto, il sonno l’accoglierà tra le sue braccia ipnotiche. Gli incubi la tormenteranno fino alla morte, non si risveglierà mai, solo il sangue versato del vero sacrificio potrà scioglierla da questa sorte.

Riuscirà l’amore a spezzare la maledizione?

Ho amato nella mia vita solo una volta, ho amato Rose da quando ho incontrato il suo sguardo battagliero e triste, e sapevo che non sarei stato il principe delle fiabe, eppure ho varcato il limite imposto dalle regole della nostra dimensione.
Sono diventato io il suo cavaliere, un cavaliere povero, ma che avrebbe sacrificato se stesso come il Re aveva già fatto…

Il messaggio che ci lancia l’autrice e che, condivido appieno, è:

Scrivendo Petali di Luna ho compreso ancor più che l’amore, di qualsiasi risma e forma, è la forza motrice del cuore. La solitudine distrugge, sminuzza il petto e le aspettative, non ti lascia respirare. E chi vuole vivere solo? Nessuno, almeno credo. Siamo metà di un intero, andiamo in cerca dell’altra parte di noi che ci completi. Amiamoci e amiamo.


Giudizio: 5 su 5


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