Recensioni

lunedì 21 dicembre 2015

Isabella Ciampa – Il canto delle Spade (La ballata del Regno #1)

Recensione Isabella Ciampa – Il canto delle Spade (La ballata del Regno #1)





Trama:
Sono passati secoli da quando la Prima Magia è scomparsa dal Regno di Lyede, portando con sé parte della linfa vitale di cui le Terre del Tempo si nutrivano. La Natura dormiente non trova la forza necessaria per risvegliarsi, lasciando Lyede in balia di pericolose ombre che si allargano su di essa.
Ora nel regno maledetto si rincorrono i destini di chi potrebbe cambiare le cose una volta per tutte: un giovane che si cela nell’oscurità, una ladra dagli occhi di ghiaccio, un principe con una missione da compiere e il suo fedele amico, uno scienziato di corte diviso tra due mondi.
Tutto sembra così lontano dalla realtà in cui vive la giovane Blaine Wes.
Eppure, Blaine si ritroverà presto nel bel mezzo di un’avventura che la trascinerà in un nuovo mondo, in cui le spade si scontreranno tra scintille e antichi segreti, intrecciando per sempre la sua vita a quel folle regno.


Recensione
Ringrazio Libro aperto International publishing per avermi dato l’opportunità di recensire questo libro. Di solito non inizio una saga prima che tutti i libri non siano pubblicati, ma anche questa volta ho dovuto fare un’eccezione. La trama di questo libro è,  soprattutto, la copertina mi hanno subito rapito. 
Il libro parte leggermente lento dal punto di vista del ritmo per permetterci di entrare nel ambiente e di conoscere i personaggi. 
Ci troviamo a Dublino.
Blaine Wes è una ragazza come tutte le altre: va a scuola, pratica scherma. Insomma una ragazza normale. Il padre di Blaine è molto assente nella sua vita, ma al suo fianco c’è Nina, la cameriera di casa. 
Tutto inizia con Blaine che fa strani sogni e si sveglia con un mal di testa terribile che, a parere di Nina, è frutto di un malocchio. La ragazza non ci bada molto fin quando le cose iniziano a precipitare e scopre che Nina non è la donna che conosce, ovvero non conosce tutto di lei.

Alzai gli occhi verso l’alto e quel che vidi fu davvero troppo. Lasciai cadere la borsa a terra, sentendo il suo contenuto riversarsi sugli scalini di marmo e arrivare fino all’erba soffice del giardino, ma non ci feci caso, troppo impegnata com’ero a fissare a bocca aperta la piccola foglia auricolata che aleggiava in aria a pochi passi da me.
Con le mie chiavi sul dorso.

All’improvviso Blaine si trova catapultata in un altro mondo. Le Terre del Tempo.

«Le Terre del Tempo sono magia. La magia che sempre è vissuta, ancora vive e vivrà fino alla fine dei tempi. Anche in questo mondo che non sa riconoscerla e accettarla.»

La leggenda narra che le spade di Weland fossero tutte intrise della Prima Magia. Forgiate dalle sue mani al suon dei canti della Natura. Benedette sulle rive del fiume Toeba! Sono spade che solo gli eroi potevano brandire e ormai sono andate perse, perse al canto delle foglie…»

Fra leggende e magia, foglie che cantano, Blaine dovrà lottare contro la sua sanità mentale per non impazzire. Dovrà adeguarsi al nuovo luogo, senza tecnologia. 

Strani eventi e creature compariranno attirate dalla magia, una magia che si pensava fosse quasi sparita.

«Strani poteri si stanno risvegliando, sire.»
Dovevano raggiungere il Tempio dello Sguardo.
Avrebbero ritrovato il dyaren. Ormai era questione di poco.
Lo sentiva.
«Strani non rende l’idea, James.»

Poi quell’essere fece un altro passo avanti, venendo completamente alla luce. Non era un albero, ma ci andava vicino. Lungo e magro, molto magro. Era alto quanto un uomo qualunque, forse poco di più, ma non sarebbe passato per una persona reale neppure agli occhi di qualche turista ubriaco a Temple Bar. Aveva lunghe braccia nodose e dita lunghissime, sottili e arcuate. Il suo intero corpo stava prendendo vita dal tronco di un pino dietro di lui. Rami crescevano sui suoi arti e la cassa toracica era un intreccio di radici che nascevano a poco a poco, ogni secondo in più che quell’essere impiegava per fuoriuscire dall’albero. Era una visione grottesca e allo stesso tempo ipnotica.

Dov’è sparita Nina? 

E aveva appena iniziato a tornare indietro, quando lo sentì. Un ringhio basso, ma ben udibile. Furioso e penetrante. Il ringhio di un animale.
James mormorò «Miei dei» prima che il principe si girasse di scatto e fissasse lo sguardo negli occhi della tigre. Grande, maestosa, bianca e striata di nero. Antica come quelle scale, accovacciata e pronta a correre verso di lui al minimo movimento.
Il principe l’aveva già vista, quella tigre.

Una era una tigre bianca come non se ne erano mai viste in quelle zone del regno, se non per le tigri dei circhi che ogni tanto si appostavano vicino Lyede per attrarre i curiosi. Bianca e striata di nero, era quella dagli occhi rubino che tanto erano diversi da quelli gialli della sua compagna dal manto scuro come la notte, attraversato da sottili sfumature bianche che la rendevano la perfetta opposizione alla prima.

Cosa sono queste tigri che compaiono e perché?

«Sin dagli albori di Epohyen, la casata reale di quel regno aveva trovato la sintonia perfetta per convivere con la Natura. Non c’erano guerre, la giustizia e l’onore erano più importanti di quanto lo siano oggi. Il popolo prosperava sotto la protezione dei suoi regnanti e delle dodici dinastie che dall’inizio dei tempi avevano sempre rinnovato la loro fedeltà ai Nestvar. Un giorno tutto questo finì, dopo una lunga guerra di cui le foglie sussurravano già secoli prima. Tentarono anche di prevenirla, ma a nulla servirono i loro sforzi. La guerra scoppiò e durò anni interi. Epohyen venne divisa, trasformata nei regni di Chev e Lyede. La magia si affievolì in entrambe, ma Lyede venne maledetta e perse anche quella più semplice. Scomparve, e con lei la Natura che da allora sopravvive sonnolente e affamata, richiamata dalle proprie creature maledette quando l’odore della magia è troppo forte per resistervi. Negli ultimi periodi, però, strane apparizioni sono avvenute in queste terre. Evocazioni sbagliate, che riportano alla luce esseri come quello che ti ha attaccata… una hyemna.»
Hyemna. L’affamata, tradussi automaticamente.

Dalla seconda parte del libro, in poi, tutto diventa frenetico. Un fantasy dalle sfumature epiche.
Concludo dicendo che voglio subito il seguito. Non si possono lasciare così i lettori in sospeso!!

Giudizio: 4 su 5


Nessun commento:

Posta un commento