Recensioni

giovedì 9 giugno 2016

Novità estate 2016 Milena Edizioni

L’ex pugile greco Zenone Ninolakis viene condannato all’ergastolo per l’omicidio di una prostituta spagnola. L’avvocato Lucio Cotta, nonostante il suo assistito abbia mentito spudoratamente nel corso del processo e le prove siano tutte contro di lui, non si dà pace. A turbarlo è la perfezione della prova che ha inchiodato l’imputato. Zenone è un colpevole perfetto. Perfetto per chi?In questo nuovo casus dell’avvocato Cotta, ambientato come PROBATIO DIABOLICA a Roma lungo un doppio binario temporale (1995 e anno 50 a.C.), ritornano l’umorismo e il mistero, i colpi di scena e l’amore per il mondo classico e le lezioni di Cicerone.E se, come viene detto nel De oratore, «la luce delle parole non appare se non sono collocate al posto giusto», ecco che Lucio Cotta, per trovare la verità, dovrà prima trovare il giusto ordine delle parole (ordo verborum) e capire se la colpa del greco è quella di essere un perfetto colpevole o un colpevole perfetto, un omicida o un mentitore. Insomma, come nel miglior giallo che si rispetti, abbiamo mille interrogativi per un’unica grande domanda: chi è l’assassino?






Probatio diabolica si apre nel più paradossale dei modi. L’avvocato Lucio Cotta riceve nel suo studio un’agitatissima cliente, una sensitiva di nome Velia Tarquini che confessa l’omicidio del marito. Salvo precisare che il crimine è avvenuto in sogno e che l’assassina non era neanche lei, ma un suo clone. E, ciò nonostante, insiste nella sua richiesta di esseredifesa. La vicenda, sorretta da un registro marcatamente comico, è ambientata nella città di Roma ai giorni nostri e contestualmente al tempo di Cicerone. Alternandosi tra le due epoche, le indagini dell’avvocato Cotta sveleranno un mondo popolato di maghi ciarlatani, di tarocchi e di improbabili trasmissioni radiofoniche (“Abracaradio”). Eppure, in questo universo di illusioni, in cui niente è come appare e nessuno è chi dice di essere, si sente tutto il sapore dell’autentica Commedia Umana.











La vera storia degli ultimi giorni di vita a Palermo di Joe Petrosino si intreccia con quella immaginaria di un giovanissimo cameriere, impiegato nel bar-ristorante di piazza Marina dove il poliziotto italoamericano cenava abitualmente. La sera del 12 marzo 1909, il ragazzo assiste all’agguato di cui Petrosino è vittima. Da quel momento la sua esistenza cambia per sempre, e il suo animo è diviso tra la volontà di fare luce sul delitto, la paura di diventare una nuova vittima della “Mano Nera”, l’ossessione che si trasforma in rabbia e l’aspirazione a diventare un tutore della legge. Le vicissitudini che segnano la vita del giovane scoprono inoltre uno spaccato sociale della Palermo dei primi del Novecento, tra degrado, fermento politico (si era in periodo di elezioni) e piccoli episodi, anche comici e grotteschi, di omertà quotidiana. Il tutto, per una narrazione magistrale che travalica le comuni categorizzazioni di genere sentimentale, storico, poliziesco.






 
A Vanni Ossarg, brillante giornalista, viene recapitato un baule nel quale egli ritrova le sue radici, alcuni tasselli che gli consentono di ricomporre il quadro della sua famiglia d'origine. Le lettere dei suoi genitori biologici, pur non intaccando l'amore che ha sempre nutrito per quelli adottivi, aprono nuovi scenari che mai avrebbe immaginato perché delineano i lineamenti psicologici e sociali di chi lo ha partorito ma gli consegnano anche la certezza che non li avrebbe mai incontrati: non ci sono più. Dall'incontro del tutto casuale con Lisa, dal presente non meno torbido del passato, nasce una relazione a tinte forti che lo aiuta a stemperare il peso di ricordi che lo tormentano, acuiti dalle rivelazioni sulle sue origini. Il romanzo si snoda su un percorso a ritroso nel tempo per meglio delineare i personaggi e capire le motivazioni delle loro scelte. Fondato su un'approfondita analisi introspettiva, "Il baule" disserta su temi scottanti come il traffico di opere d'arte di provenienza illegale, abbracciando un arco temporale di diversi decenni.

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