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venerdì 27 luglio 2018

Nicholas Maurizio Mercurio - La Trilogia dell'Ombra: Il Figlio del Mare

Titolo: “La Trilogia dell'Ombra: Il Figlio del Mare”. 
Autore: Nicholas Maurizio Mercurio. 
Editore: autopubblicato



Trama: In una terra in cui uno spietato male sta consumando e uccidendo chiunque ne venga colpito, un ragazzo lascia che il mare accompagni suo fratello negli abissi per liberarlo dalla sofferenza del suo popolo. Nel frattempo, in un luogo in cui elfi e nani si contendono dei continenti sconfinati e sconosciuti, un potere nascosto minaccia i loro reami e la pace conquistata solo tre secoli prima dopo una lunga guerra. 


Estratti: 
“«Dunque spero che re Mirel accetti di marciare verso Guram Astren assieme alle forze di Abner. Erbros lo farà?»
Lirael annuì, distogliendo lo sguardo verso la balconata. «Gli eserciti dei Cinque Re sono in marcia. Il comandante Rejas desidera lasciare un distaccamento di seimila guerrieri in caso di un attacco dal mare. Gli Orkrim si sono fatti più audaci.»
«Così audaci da spingersi a tanto?» Elberen lo credeva impossibile. Tuttavia, la sua era una provocazione. Desiderava metterla a disagio.
«Via mare o terra non importa. Loro sono esseri crudeli, Thayr'so. Non si preoccupano soltanto di distruggere. Vogliono mostrarsi come dei conquistatori agli occhi degli elfi e dei nani», fu la risposta.
«Gli Orkrim e i Goblin che ho incontrato io erano ben peggio», ribatté Elberen con decisione. «Ben lungi da preoccuparsi di quello che pensiamo.»
«Forse il sole del deserto ti ha annebbiato la mente e non sai riconoscerli», commentò lei con un sarcasmo pungente.
«O forse tu non sai nulla sugli Orkrim», affermò Elberen con un sorriso beffardo, mentre suo padre osservava loro in silenzio. Era divertito da quella discussione provocatoria e sarcastica, tipica dei giovani elfi.”

“«Mi sembra di averti già detto tutto su di loro», fu la risposta del nano. «Sono creature crudeli in grado di comparire in ogni momento. Avvertiresti il loro arrivo perché hai il potere per farlo. Non esserne sorpreso. Molti nani sono morti a causa della loro stupidità.»
Elberen gli sorrise, spostando lo sguardo da Torbeck a Tevyar e Tymar, i quali mangiavano e non sembravano preoccuparsi di quella conversazione. Ma udivano ogni loro parola. «Quindi è per questo che ti serve un elfo? Per non morire?»
«Sei perspicace, giovane Elberen», rispose Torbeck in tono deciso, con le mani strette sul tozzo di pane. «Ma no, non sei solo qui per questo. Confido in te dal primo momento che ti ho visto.»
Elberen, udendo quelle parole, rise appena. «In un Thayr'so? Sono un elfo maledetto, nano. Un elfo maledetto da un re. La runa sul mio arco parla al posto mio.»
«Non parla affatto», disse il nano. «Per noi nani non è niente. Questo è solo un simbolo per noi.»
«In che modo?»
«E me lo chiedi, giovane Elberen?», chiese lui con un sorriso.
«Sì», fu la risposta.
«Per la mia gente le vostre rune sono come una birra pessima e senza gusto. Nessuno è maledetto per chi difende il proprio popolo, anche se disobbedisce a degli ordini», gli spiegò Torbeck in tono secco, non distogliendo lo sguardo dai suoi occhi. «Non domandarti cosa pensiamo io e i miei fratelli. Abbiamo rispetto di te e non crediamo alle idiozie del tuo popolo.»”

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