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sabato 25 agosto 2018

Tahereh Mafi - Destroy me #1.5 (Distruggimi) (Recensione)

Tahereh Mafi - Destroy me #1.5 (Distruggimi)

Tornato alla base per riprendersi dal suo quasi fatale incidente, Warner deve fare qualunque cosa in suo potere per far sì che i suoi soldati stiano all'erta e sopprimano ogni menzione di una possibile ribellione nel settore 45. Più ossessionato che mai da Juliette, la sua priorità è quella di trovarla, portarla indietro, e occuparsi di Adam e Kenji, i due traditori che l'hanno aiutata a fuggire. Ma quando suo padre, il Comandante Supremo della Restaurazione, arriva per porre rimedio agli errori del figlio, è chiaro che ha dei piani ben diversi per Juliette. Piani che Warner semplicemente non può accettare.


Recensione


Si tratta di una novella da collocare subito dopo il primo libro e prima del secondo. Sarò sincero. Fin dall'inizio ho provato un odio incredibile verso Warner, ma con questa novella, Tahereh Mafi sta riuscendo a farmi ricredere.
Le vicende narrate si collocano subito dopo che Juliette ha sparato a Warner e lui è in via di guarigione. Si trova su un letto, con il braccio fasciato, con la ferita che ancora brucia. Sorpreso del gesto di Juliette. Inizia ad odiare sé stesso per non aver capito che Adam stava portando via la ragazza che ama.

Ancora non ha capito che non c’è futuro per lei nel mondo della gente comune. Il suo posto non è in compagnia di coloro che non la capiranno mai. E devo riprendermela.

In questa novella, l'autrice, permette al lettore di fare un viaggio fra i pensieri più intimi di Warner per conoscerlo meglio e capire il suo modo di ragionare sulla vicenda di Juliette. Ancora non è chiarissimo perché è, da sempre, così ossessionato da lei, ma una cosa è certa: ha perso la testa innamorandosi.

Vederla parlare con qualcun altro mi faceva impazzire. Ero geloso. Ridicolo. Volevo che conoscesse me, volevo che parlasse con me. E poi l’avevo sentita. La strana e inspiegabile sensazione che lei potesse essere l’unica persona al mondo a cui potevo tenere davvero.

Non ho mai creduto alle parole d'amore di Warner, all'inizio. Mi sono sempre sembrate un gioco per avvicinarla. Diciamo che con questa novella, l'autrice ha iniziato a insinuarmi il dubbio. 
In seguito alla fuga di Juliette, Warner trova la sua autorità minata: i suoi sottoposti da sempre lo odiano per la sua severità e freddezza. Ma non sanno che è sempre stato costretto a lottare con un ideale di perfezione creato dal padre, che è a capo della Restaurazione. Quando quest'ultimo farà il suo ingresso nella vicenda, Warner si troverà di nuovo come sottoposto a un padre freddo e calcolatore che non si ferma di fronte a nulla per raggiungere i propri obiettivi.  Mi verrebbe da dire: tale padre, tale figlio. Ma non è cosi. Ho scoperto dei lati di Warner che neanche immaginavo. In Warner sono riuscito a vedere quell'umanità che caratterizza ogni essere umano. L'autrice ha fatto un ottimo lavoro a dipingerlo come il perfetto cattivo, calcolatore, senza cuore. Ma in questa novella i piani vengono sconvolti. 
Oltre al viaggio interiore in Warner, il lettore, si troverà a conoscere ancora di più Juliette tramite il suo diario che Warner troverà e terrà nascosto come un tesoro di inestimabile valore. 

Questo diario ha un che di molto personale, sembra che le pagine siano tenute insieme dalla solitudine, dai momenti più vulnerabili della vita di una persona.

Warner subirà una fame divorante che lo porterà a leggere ogni pagina del diario fino a sentirsi consumato per il dolore che vi trova all'interno. Anche se non riuscirà a ristabilire l'ordine cronologico dei pensieri di Juliette, Warner conoscerà ancora più a fondo la ragazza portandolo a desiderare, con tutto sé stesso, di riprendersela.
Per quanto riguarda l'avanzamento della trama, non ci sono particolari passi in avanti. Siamo fermi all'episodio della riabilitazione del personaggio più temuto del Settore 45.
Il fatto che mi ha colpito maggiormente è, però, vedere che a Warner non interessa più di tanto ristabilire la sua autorità. Non combatte più di tanto per riaverla, anzi combatte per lo più per scovare Juliette.

È una cosa strana, non conoscere mai pace. Sapere che ovunque tu vada non troverai mai rifugio. Che la minaccia del dolore è sempre a un sussurro di distanza. Non mi sento al sicuro rinchiusa tra queste 4 mura, non mi sono mai sentita al sicuro da quando me ne sono andata di casa; non mi sentivo al sicuro nemmeno durante i 14 anni in cui ci ho vissuto.

Lo scopo finale di Warner è quello di salvare la ragazza da Adam e dalle grinfie di suo padre.


«Se le sparassi tre pallottole in testa, come ti sentiresti?» Mi fissa. Mi guarda. «Deluso, perché avrai perso la tua cavia da ricerca? O devastato, perché avrai perso la ragazza che ami?».



Non vedo l'ora di leggere il secondo libro della saga. Ormai sono molto curioso di vedere quali piani ha l'autrice. Sono contento che, finalmente, la saga è stata ripresa e tradotta in Italia.




Sono arrivato a credere che l’uomo più pericoloso al mondo sia quello che non prova alcun rimorso. Colui che non si scusa mai e quindi non cerca il perdono. Perché in fondo sono le nostre emozioni a renderci deboli, non le nostre azioni.



Giudizio: 5 su 5

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