Recensioni

domenica 13 settembre 2015

Recensione Gero Marino - Saytor 2. Il risveglio del Dio alieno

Trama:

Anno 5494. Dopo decine e decine di tormentati secoli, il pianeta Terra ha ripreso i suoi ritmi naturali e l’ambiente è tornato finalmente a un grado di benessere più che accettabile. Anche se a causa della scarsità di preziosi minerali i livelli di tecnologia e stili di vita sono paragonabili a quelli degli anni dell’inizi del novecento, appena due anni dopo la straordinaria scoperta dell’isola di Marina, in mezzo all’oceano Pacifico, il professore in archeologia, Peter Walsh dell’università di New Atlanta, è più che mai vicino a scoprire dove si trovi quel Dio tanto osannato all’interno del grande tempio dell’isola. Ad aiutarlo ci saranno il giovane Andrew, il vecchio Wilson e un’affascinante giornalista dalle doti davvero “particolari”. Quando troveranno ciò per cui sono andati in esplorazione, capiranno di aver scoperchiato un moderno e raccapricciante vaso di Pandora e il mondo tornerà ad avere paura!







Il volto di Meb















La navicella di Saytor











P.S.: le immagini sono state prese direttamente dal libro



Recensione:

Posso tranquillamente dire che mi sono ricreduto su questa, per ora, duologia. Se nel primo libro i fatti non si svolgono con un ritmo frenetico dedito al azione, ora, è completamente diverso.
Avevamo lasciato il povero Saytor sul monte Everest dopo lo schianto della sua navicella. Ora i fatti si svolgono nel futuro, dove, un archeologo ha fatto la scoperta del isola di Marina in cui vengono trovati dei riferimenti ad un Dio sceso dal cielo. I fatti prendono una piega veloce e mi sono trovato immerso nella storia subito. Se, nel primo libro, un po ero schierato contro Saytor per i suoi metodi, ora sono completamente con lui. Mi è veramente piaciuto lo svolgimento della storia e tutti i riferimenti alla fantascienza. In molti momenti mi è venuto in mente il film Interstellar, per quanto riguarda lo spazio temporale e il riferimento ad altri pianeti e galassie.




Durante la manovra s’intravede già la sagoma di una fusoliera di metallo, delle dimensioni pari ad almeno la metà di un campo di calcio, conficcata alla base di una delle pareti che circondano un altipiano grande all’incirca quindicimila metri quadrati.







Voto:
4 su 5

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