Recensioni

martedì 28 gennaio 2020

Marzia Sicignano - Aria (Recensione)




Ci sono rare volte in cui incrociare per la prima volta lo sguardo di uno sconosciuto non è semplicemente un vederlo, ma un riconoscerlo. È sentire che chi hai di fronte, se anche all'inizio ti sembra strano, o addirittura insopportabile, è qualcuno che, in realtà, prima o poi ti salverà. Questa è la storia di Guido e Silvia, giovanissimi eppure già in debito d'ossigeno con la vita, costretti a fare i conti con un passato che si infila nel loro petto come lame, nell'indecisione di un vuoto dentro che sembra parlare, che sembra dire: "Andrà tutto male".

Incontrarsi, conoscersi, amarsi - e tutto quello che c'è nel mezzo - per loro è come tornare a respirare, è trovare finalmente quel qualcuno che capisce che ciò che mostri agli altri non sei davvero e pienamente tu, perché dentro nascondi un mondo, e lo fai solo per paura che te lo rovinino. Quello che si preoccupa che tu sia felice nelle piccole cose, che osserva i tuoi occhi come nessuno vuol fare mai e ascolta i tuoi silenzi come canzoni lente, quasi potessero parlare, soprattutto in mezzo alla gente. Quello che non odia i tuoi difetti perché sa che senza non saresti tu, e che quando pensa lo fa pure per te, come se la sua felicità e la tua corrispondessero. Quello che non ti abbandona anche quando è difficile starti vicino, anche quando dici a voce alta che non vuoi nessuno, ma proprio nessuno accanto. E che così, a suo modo, ti sta sussurrando: "Ti amo".

Con il suo stile inconfondibile, che si muove liberamente dalla prosa alla poesia, Marzia Sicignano ci mostra che, quando incontri quel qualcuno, l'unica cosa da fare è tenerlo con te, prendendotene cura come si fa con i tesori più preziosi, perché quel primo respiro che ti ha rimesso al mondo duri il più a lungo possibile.



Recensione


Buongiorno bookdreamers, finalmente riesco a scrivere una recensione, e che recensione. Ho visto questo libro per caso in libreria e la copertina mi ha catturato subito. Notare il "fil rouge" in copertina ha attirato subito la mia attenzione perché ho subito capito che il libro avrebbe trattato il tema del destino. Sono le storie che amo, se narrate bene. E così è stato con questo libro che ho letteralmente divorato in un giorno. Si è vero, non è lunghissimo ma conta il ritmo, la curiosità, tutti elementi questi che apprezzo davvero tanto in un libro. 

Il libro ha come protagonisti due ragazzi che non si conoscono ancora, finché uno dei due non decide di fare il primo passo. Guido, il nome del ragazzo, un giorno ha visto da lontano Silvia, una ragazza chiusa in sé stessa, timida, che si tiene in disparte tenendo tutti lontani.

Avresti saputo presto che sono un’egoista, che a volte faccio per gli altri ciò che non riesco a fare per me, presto avresti conosciuto anche le mie abitudini, i miei complessi, il fatto di non riuscire a stare al passo coi tempi, la mia ossessione per le cose che non esistono, che mi invento per scordarmi della realtà, avresti scoperto per che cosa mi imbarazzo e per che cosa mi stupisco. Avresti imparato presto come dentro io abbia un mondo che nascondo per paura che me lo rovinino come hanno fatto con questo mondo qui. Sorridevi a chi veniva a salutarti, parlavi poco e ti sei acceso tre sigarette in mezz’ora. Ancora non potevo saperlo che con quelle labbra mi avresti detto le peggiori cose, ma mi avresti anche fatto provare quelle più belle di sempre, non lo sapevo che con quelle labbra mi avresti trafitto il cuore gridandomi: “Ti odio davvero”, e che mi avresti salvata con un bacio sul collo a mezz’aria quando sul collo avrei avuto il fiato di mezzo mondo. Come avrei potuto saperlo? Non ti avevo mai visto prima, eppure c’era qualcosa in te che mi faceva venir voglia di guardarti un altro po’ e un altro po’ ancora. Cos’era? Le cicatrici aperte dei tuoi occhi. La voglia di sapere perché chi ride sempre così tanto in realtà vorrebbe dire: “Ascoltami”. La voglia di sapere chi fossi, senza nemmeno conoscerti. Ho preso una sigaretta dallo zaino e poi ho cercato un accendino nelle tasche. Tentavo di accendere, ma l’accendino non funzionava, e più ci provavo e più mi arrabbiavo e più comunque non andava.

Pian piano inizieranno a conoscersi, ad aprire i loro mondi interiori all'altro. Tutto avviene in modo spontaneo, senza che se ne rendano conto. Abbassano semplicemente le difese mettendo a nudo il loro passato. In entrambi è presente una forte impronta indelebile del passato. Combattono contro demoni interiori che credevano assopiti, finché non ritorneranno a conficcare le unghie avvelenate tra le costole. 

Ce l’hai qualcuno a cui riesci a credere senza doverti sforzare quando ti dice che ti vuole bene, perché lui c’è quando tutto va male, perché ti insegna come volare quando vorresti sparire, perché crede in te nonostante per te tu non sia abbastanza, perché, anche se poi resta senza, ti dà la sua felpa quando l’hai scordata a casa e il suo sorriso se l’hai dimenticato?

E' una storia d'amore che nasce lentamente, con i dovuti ritmi e le paure che ne conseguono. 
Devo ammettere che ho sottolineato molti passaggi di questo libro e, se dovessi inserirli nella recensione, verrebbe fuori metà libro xD. 
Si tratta di un romanzo pieno di magia e di quella sorpresa che riempie il cuore, le farfalle nello stomaco.  Tra i due personaggi non saprei proprio scegliere chi dei due mi rappresenta meglio. Entrambi hanno pezzi di me ed è questa una delle cose più belle quando si legge un libro del genere. Ritrovare se stessi all'interno come se la storia fosse scritta sulla tua pelle. 

Mi hai sorriso e ho visto una bambina che cerca l’isola che non c’è. Ho visto la mia isola che non c’è, ma tu c’eri, eccome.

Lo stile dell'autrice è veramente un toccasana. Il libro si legge tutto d'un fiato con il respiro che si ferma ad ogni lama che si conficca dentro il nostro essere. Il nostro essere umani e amare. Ma. Amare. Puramente.

Non avevi bisogno di nessuno per vivere, che ti insegnasse come fare, che ti insegnasse a cavartela, perché tu te la cavavi sempre, ne uscivi, sapevi come farcela, ma avevi lo stesso bisogno di qualcuno perché “te” era troppo pesante da portare sulle spalle, e sembravi gridare con gli occhi: “Lo portiamo in due?”. “Mi porti con te?” “Ti porto con me.” Dicevi “noi” perché eri stanco di essere te, da solo. E anch’io volevo già, un bel po’, essere noi. 
In molti punti ho trovato lo stile di scrittura dell'autrice simile a quello di Massimo Bissotti, un autore di cui apprezzo molto i libri. 
Se consiglio il libro? No! Dovete farlo!!! Spero proprio che chi leggerà la recensione avrà voglia di divorare il libro come me e stupirsi di fronte a tutta questa magia.
Leggendo il libro mi è venuta in mente anche una canzone che potrebbe essere come colonna sonora per le parole.





Resisteranno alla forza del destino o soccomberanno ad esso?



Giudizio: 5 su 5

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